Joel (Alpha)

Mi svegliai congelato e tremante nel bel mezzo della notte. Avevo fatto di nuovo quell’incubo. Il vento fuori faceva tremare incessantemente le finestre e nonostante lo avessimo riparato più volte, uno piccolo squarcio sul tutte si era riaperto facendo cadere nella piccola casa poche gocce di pioggia.

Mi alzai dal letto e mi assicurai che la mia piccola bambina, Raily, fosse al caldo tra le coperte. In seguito ritornai al piccolo materasso dove stava dormendo serenamente mia moglie Cloe.

Mi sdraiai e mi misi sotto le coperte a fissare il vuoto e continuavo a ripensare a quell’incubo.

Da tante notti ormai facevo sempre lo stesso sogno: mi ritrovavo in macchina su una strada molto trafficata e stavo corredino a tutta birra. Non avevo la minima idea di dove stessi andando, ma le mie mani si muovevano da sole. Dopo qualche minuto frenai di colpo, lasciando una solco sul terreno, uscì fuori dalla macchina e vidi la mia piccola casa in fiamme. Non potevo muovermi, erano impotente a quella orribile visione.

Davanti all’uscio di casa giaceva il corpo di mia moglie che a abbracciava dolcemente la piccola Raily, entrambe senza vita.

In mezzo a quel vortice di dolore e lacrime mi svegliai, come ormai ogni notte.

Mi ero messo a fissare lo squarcio sul soffitto. Era piccolo, ma abbastanza grande per far entrare pioggia, neve e anche la sigma.

Da ormai otto anni il mondo infestato da un virus mortale trasmissibile tramite una sabbia sottile nell’aria. Hanno dato molti nomi a questo virus, ma quello più utilizzato è sigma.

Oltre ad avere una mortalità molto alta, è molto pericoloso anche perché la sabbia con cui si trasmette colpisce alcune aree con delle bufere e quindi è in grado di infettare una grande quantità di persone nel giro di qualche minuto.

Dovevo ripararla, non potevo permettere che la mia famiglia fosse in pericolo anche dentro casa, se così si può chiamare.

Mi alzai, mi misi giacca, scarpe e mascherina, stavo per chiudere la porta quando sentì un bisbiglio.

“Joel.....dove vai ?” Era mia moglie.

“Tranquilla amore, vado a comprare qualche asse di legno per il tetto”

“Con quale soldi pensi di comprarle ? A stento riusciamo a mangiare”

“Li troverò! Non preoccuparti torna a dormire”

Cloe annuì con la testa appoggiata sul cuscino e mi fecce il segno del bacio con le labbra. Io sorrisi e poi uscì fuori.

Era freddo e umido, la fitta nebbia gialla non aiutava la vista. Camminai senza sosta per tutta la baraccopoli in cui vivevo, ma ovviamente, non c’era anima viva. Ormai tutti avevano paura del virus e trovare qualcuno che ti vendesse qualcosa era impossibile.

L’unica opzione che avevo era di andare ne,la grande città e provare a contrattare con il proprietario di qualche negozio per farmi dare qualche asse di legno.

Camminare era difficile, la pioggia cadeva incessante e la mascherina mi bloccava l’aria.

Non ricordavo più perché la indossassi, ormai era diventata un’abitudine indossarla all’esterno, nonostante si era dimostrata inutile. Tante persone erano morte per colpa del virus nonostante avessero la mascherina. Però un po’ di sicurezza la dava comunque.

Girai di negozio in negozio e con i pochi soldi che avevo nessun venditore era disponibile a vendermi le assi di legno.

Ero disperato, non era uno scherzo la questione del virus, se non avessi riuscito a comprare quelle dannate assi la mia famiglia veniva infettata. Col cuore in gola andai in un ultimo negozio.

Il proprietario stava fumando appoggiato alla grande porta di metallo con aria cupa.

Mi avvicinai lentamente e con gentilezza li porsi il promo saluto.

“buongiorno”

“Heilá” rispose borbottando

“Le volevo chiedere se aveva qualche asse di legno da donare. Sono un uomo molto povero e c’è uno squarcio nel tetto di casa mia. Se non lo riparo la mia famiglia verrà infettata.”

“Non so come aiutarla” mi disse degnandomi finalmente di uno sguardo.

Mi cadde il mondo addosso.

“Davvero non ha proprio niente per aiutarmi ?”

“Senta signore! È un periodo orribile questo! Non ci sono clienti e negli ultimi due mesi hanno tentato di rapinare il mio negozio per tre volte. TRE! Non so veramente come.......” Si interruppe di colpo. Aveva lo sguardo congelato alle mie spalle. Ansimava e il suo volto tutto macchiato diventava sempre più pallido.

 

Mi girai di scatto e il mio cuore si fermò per un momento.

L’aria stava assumendo un colore verdastro. Era la polvere del virus!

Non feci in tempo a dire una parola che una forte fitta al petto mi colpì. Faceva malissimo e mi accasciai a terra. La vista era offuscata, il respiro corto e non avevo la minima idea di cosa fare, l’unica cosa a cui pensavo era la mia famiglia.

Dopo qualche minuto quattro o cinque auto della polizia arrivarono a tutta velocità e si accostarono d’innanzi al negozio.

Mi alzai in piedi con fatica e zoppicando iniziai a camminare verso le auto per essere soccorso, ma appena mossi il primo piede sentii:

“Fermo!! Non muoverti!” Disse una voce che proveniva da una delle macchine davanti a me.

Mi fermai immediatamente. Mi si era gelato il sangue e non riuscivo a capire il motivo del suo ordine.

Continuò: ”Siete stati infettati dal sigma virus. Ormai per voi non c’è molto da fare, siete stati esposti troppo alla nube contagiosa. Non potrete incontrare nessuno che non sia munito di adeguate protezioni, per evitare la diffusione del virus. Ora verrete scortati all’ospedale per effettuare l’eutanasia, vi preghiamo di non opporre resistenza e di collaborare.”

Appena la voce proveniente dall’auto finì quattro uomini equipaggiati con maschera anti gas, tuta e guanti uscirono dalla macchina. Due di loro presero una barella dal retro di una macchina.

Mi girai e vidi che il proprietario del negozio non si era alzato. Respirava a malapena e una schiuma giallastra iniziò ad uscirgli dalla bocca. Era terrificante.

I quattro poliziotti ci raggiunsero, mi presero per le spalle, caricarono l’altro signore sulla barella e si diressero verso i veicoli.

Avevo gli occhi sbarrati, il petto mi faceva malissimo ed ero terrorizzato, da lì a poche ore sarei dovuto morire. Avevo ancora tante cose che avrei voluto fare: crescere Raily, darle una vita migliore, riuscire a trovare un lavoro e rendere felice Cloe.

Non riuscivo a pensare ad altro, non vedevo la realtà, ma mia moglie seduta sulla poltroncina a casa nostra intenta a cucire con i ferri un piccolo cappotto per la bambina. Aveva un’espressione serena e tranquilla, un piccolo ciuffo di capelli biondi le attraversavano il viso, era bellissima. Vicino a lei la piccola Raily giocava con qualche bambola rovinata. Aveva i capelli ricci tutti disordinati che danzavano quando lei muoveva la testa dalla gioia.

Era una visione così bella che mi riscaldò il cuore e mi fece venire le lacrime agli occhi. Arrivammo alla macchina. Dovevo fare qualcosa, non potevo permettere di perdere tutto così.

Mi mossi improvvisamente, rubai la pistola al poliziotto alla mia destra e gli sparai in fronte.

Il corpo senza vita dell’uomo cadde per terra sull’asfalto provocando un suono secco.

Il secondo poliziotto stava per avvicinare la mano alla arma, ma io fui più svelto e colpì anche lui. Il cuore mi batteva a mille, mi guardai intorno furtivamente e vidi le portiere delle macchine che iniziarono ad aprirsi. Ormai avevo commesso io peccato e non c’era niente da fare, quindi con tutte le forze che mi rimasero iniziai a correre verso casa mia..........

StatusReleased
PlatformsWindows, HTML5
Rating
Rated 4.7 out of 5 stars
(3 total ratings)
Authorsukketto
GenreAction
Tags2D, Pixel Art, Runner

Download

Download NowName your own price

Click download now to get access to the following files:

Joel.exe 47 MB

Comments

Log in with itch.io to leave a comment.

BELLO!!

Fra bel gioco funziona bene ho visto tutta la serie su TikTok 🤣

(1 edit) (+1)

ho giocato e rigiocato a questo gioco e non ho trovato bug e i comandi rispondevano perfettamente  e per essere un gioco 8 bit non è niente male 8/10 

(+1)

Grazie mille per il feedback

Bel gioco 8 bit!

Complimenti

grazie mille

(+1)

bello :)


(+1)

grazie🔥